Adhd e Iperfocus

ADHD e Iperfocus: Quanto Conta Davvero il QI?

L'ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività) è comunemente associato a difficoltà di concentrazione e iperattività, ma esiste un fenomeno che sembra contraddirlo: l'iperfocus. Questo stato di concentrazione intensa e totalizzante può manifestarsi in chi ha ADHD, ma c'è spesso confusione su cosa sia e su chi possa sperimentarlo. Questo articolo esplorerà in profondità cos'è l'iperfocus, il suo legame con l'ADHD, e se è davvero necessario avere un quoziente intellettivo (QI) elevato per viverlo.

Cos'è l'Iperfocus?

L'iperfocus è uno stato in cui una persona è talmente immersa in un'attività da perdere completamente la nozione del tempo e ignorare stimoli esterni. Questo fenomeno può verificarsi durante attività che risultano altamente coinvolgenti o gratificanti, come leggere un libro, giocare a un videogioco o lavorare su un progetto creativo. Quando si è in iperfocus, la mente è focalizzata al massimo, ma spesso a scapito di altre necessità, come mangiare, dormire o rispondere a chi ci circonda.

L'iperfocus è una caratteristica tipica dell'ADHD, ma a differenza di quanto si potrebbe pensare, non è un fenomeno legato esclusivamente all'intelligenza. Le persone con ADHD, indipendentemente dal loro QI, possono sperimentare iperfocus, e ciò si verifica proprio a causa delle particolari caratteristiche neurochimiche del loro cervello.

Iperfocus e ADHD: Un Paradosso

Parlare di iperfocus nell'ADHD può sembrare un paradosso. Come può una persona che ha difficoltà a concentrarsi entrare in uno stato di iperconcentrazione? Questo fenomeno è legato al modo in cui il cervello di chi ha ADHD gestisce la dopamina, un neurotrasmettitore che regola il piacere, la motivazione e la ricompensa. Quando un'attività stimola in modo efficace il sistema dopaminergico, le persone con ADHD possono entrare in uno stato di attenzione quasi inarrestabile.

Secondo uno studio di Lodi-Smith et al. (2019) pubblicato sul Journal of Attention Disorders, l'iperfocus è una delle manifestazioni della neurodivergenza, ed è proprio la forte stimolazione a renderlo così potente. La difficoltà, però, sta nel regolare l'attenzione: le persone con ADHD non riescono a spostare facilmente il focus quando necessario, e questo può creare problemi nella vita quotidiana.

Il QI Conta per Sperimentare l'Iperfocus?

Una domanda comune è: serve avere un QI alto per sperimentare l'iperfocus? La risposta è no. L'iperfocus non dipende dal QI. Sebbene si tenda ad associare la concentrazione profonda a persone plusdotate o con capacità cognitive superiori, l'iperfocus può manifestarsi sia in individui con QI elevato, sia in quelli con un QI nella media o inferiore.

L'esperto Russell A. Barkley, nel suo testo ADHD: A Handbook for Diagnosis and Treatment (2015), chiarisce che l'iperfocus è una caratteristica comportamentale del disturbo e che chiunque con ADHD può sperimentarlo, indipendentemente dal livello di intelligenza. Inoltre, è importante distinguere l'iperfocus dalla normale concentrazione: non si tratta semplicemente di un'abilità superiore di focalizzazione, ma di uno stato intenso e spesso difficile da interrompere.

Plusdotazione e ADHD: Un Legame con l'Iperfocus?

Anche se chi è plusdotato e ha ADHD può sperimentare l'iperfocus, non è una condizione esclusiva delle persone ad alto QI. Questo fenomeno, infatti, dipende principalmente dal grado di stimolazione emotiva e mentale che un'attività provoca, non dal livello di intelligenza.

Uno studio di Foley Nicpon et al. (2017) ha indagato il rapporto tra plusdotazione e ADHD, evidenziando come l'iperfocus possa verificarsi in entrambe le condizioni, ma non è automatico. Una persona con un QI nella norma può vivere episodi di iperfocus quando si impegna in un compito che trova particolarmente stimolante o interessante. La plusdotazione, quindi, non è una garanzia di iperfocus, così come non lo è il QI medio o basso.

Chiunque Può Sperimentare l'Iperfocus?

È possibile che anche chi non ha ADHD sperimenti occasionalmente uno stato simile all'iperfocus, ma c'è una differenza sostanziale tra questi episodi sporadici e l'iperfocus vero e proprio associato all'ADHD.

Ad esempio, una persona senza ADHD potrebbe entrare in uno stato di estrema concentrazione mentre si dedica a un'attività appassionante, come guardare un film o leggere un libro particolarmente avvincente. Tuttavia, questo non significa che sperimenti l'iperfocus in modo frequente o che abbia la stessa difficoltà a disconnettersi dall'attività come succede a chi ha ADHD.

Secondo Barkley (2015), la differenza principale sta proprio nella frequenza e nella difficoltà di gestione: chi ha ADHD tende a vivere l'iperfocus più spesso e può trovarsi incapace di passare da un'attività all'altra quando è completamente immerso in ciò che sta facendo. In chi non ha ADHD, questo tipo di concentrazione profonda è molto più raro e gestibile.

Conclusione: Iperfocus, un Superpotere dell'ADHD?

In definitiva, l'iperfocus non è una caratteristica riservata esclusivamente alle persone con un QI elevato o plusdotate. È un fenomeno che può verificarsi in chi ha ADHD, indipendentemente dal livello di intelligenza, e dipende da quanto un'attività risulta stimolante. Anche se chi non ha ADHD può sperimentare uno stato di concentrazione intensa, l'iperfocus nell'ADHD è un'esperienza più frequente e complessa da gestire. Comprendere questo fenomeno può aiutare le persone con ADHD a gestire meglio il proprio tempo e le proprie energie, sfruttando al massimo i benefici dell'iperfocus senza esserne travolti.


Fonti Utilizzate:

  1. Barkley, R. A. (2015). ADHD: A Handbook for Diagnosis and Treatment.
  2. Lodi-Smith, J., Wasylyshyn, C., & Beaty, R. (2019). Journal of Attention Disorders.
  3. Foley Nicpon, M., Lee, S., & Marrs, H. (2017). Gifted Child Quarterly.


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